Senza prudenza finisce l’accoglienza

Un errore macroscopico ospitare immigrati in complessi residenziali.

Per Fabrizio Tudisco di Fratelli d’italia è necessario porre un freno al numero degli immigrati.

 

Il paventato arrivo di un cospicuo numero di migranti che saranno ospitati presso un immobile appositamente strutturato in contrada Santa Croce non è una novità: erano mesi che in città circolavano voci insistenti sulla immediata apertura di un centro d’accoglienza e la protesta di questi giorni dei residenti di un condominio ha tutto il sapore carico della rabbia di chi, si vedrà arrivare un centinaio di “coinquilini” nel proprio palazzo. Queste tensioni si sarebbero potute facilmente evitare se la problematica relativa all’arrivo e alla permanenza dei clandestini in città fosse stata trattata dall’amministrazione comunale con equilibrio e buon senso. Così invece non è stato. Ormai non esiste alcuna regola per porre un limite al proliferare dei centri d’accoglienza che sorgono come funghi, per i certi, rapidi e cospicui finanziamenti che lo Stato eroga e che nulla hanno a che vedere con la solidarietà e la carità evangelica disinteressata e gratuita.

I centri di accoglienza sono sparsi ovunque, dal centro storico alla periferia, senza alcuna logica di buon senso. I migranti sono ospitati in alberghi, case, appartamenti o immobili per i quali è stata modificata la destinazione d’uso per rispondere ai parametri richiesti dalla prefettura e poter partecipare ai bandi d’accoglienza. Ma concentrare un centinaio di migranti in una sola struttura d’accoglienza, soprattutto se collocata in una zona residenziale abitata da famiglie, è stato un errore macroscopico e molte delle cose che stanno accadendo in queste ore erano prevedibili ed evitabili. In questo contesto “brilla” la superficialità dell’amministrazione comunale che non sta sufficientemente vigilando e monitorando quest’aspetto e non ritiene ancora di dover mettere dei paletti per la “probabile apertura“ di ulteriori centri.

Il business è inarrestabile, nonostante la crisi economica di cui non si vede la fine sia aggravata anche dai costi dell’invasione di clandestini provenienti da ogni angolo del mondo per la felicità dei professionisti della solidarietà a pagamento, che li assistono a spese nostre e che sta mettendo in ginocchio l’intera economia italiana, creando gravi rischi di conflitti e tensioni sociali.

Ma queste cose non si dovrebbero dire perché scatta subito l’accusa di razzismo e xenofobia. Ma noi le diciamo lo stesso.

Le anime pure per mascherare il problema, lo negano e fanno appello al dovere di accogliere i migranti e assisterli amorevolmente a nostre spese. Da oltre sei mesi Fratelli d’Italia AN, ha iniziato una vera e propria campagna di protesta, civile e democratica, per il costante arrivo di clandestini a Piazza Armerina e in tutto il territorio provinciale con quasi 2000 firme di Cittadini allarmati, raccolte nei nostri banchetti per chiedere la sospensione dell’allora operazione “Mare Nostrum” (camaleonticamente definita oggi Frontex Plus) conclusasi con la manifestazione del 9 settembre presso la biblioteca comunale in cui si trattò proprio il tema dei centri di accoglienza. Tale problema a Piazza Armerina ma anche in altri comuni della provincia come Barrafranca, Aidone, Regalbuto, Enna, non può più essere sottovalutato e rimandato dagli organi di governo nazionali, regionali e comunali.  Qualche settimana orsono, alla luce dello scandalo “Mafia Capitale” e di alcune intercettazioni telefoniche nelle quali si parlava di aumentare a dismisura il numero di clandestini in una struttura d’accoglienza, avevamo emesso un comunicato stampa sul business dei centri di accoglienza, fatto sulle spalle dei residenti e poiché abbiamo avuto “la colpa” di parlare e scrivere su quest’argomento ricevemmo – a mezzo stampa – la pesante e bassa insinuazione che noi, per ricercare visibilità politica, fomentavamo tensioni sociali fra i cittadini, se non addirittura di essere razzisti.

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Due esponenti di Fratelli D’Italia: Ignazio La Russa e Fabrizio Tudisco

Le cronache dei giornali di questi giorni smentiscono queste accuse gratuite e strumentali ed evidenziano come le proteste di Piazza Armerina, di Barrafranca, Aidone o di Regalbuto, siano nate spontaneamente senza alcuna strumen-talizzazione politica. Nessuna Autorità è ancora intervenuta concretamente per tranquillizzare i cittadini e per mettere in atto azioni amministrative capaci di bloccare il numero crescente di strutture di accoglienza con i relativi problemi connessi alla presenza dei clandestini e in questo il Sindaco di Piazza Armerina avrebbe già dovuto esprimersi a riguardo anziché lavarsene le mani.  FDI-AN, di contro, ha sempre espresso una posizione netta, chiara e coerente, ed è l’unica forza politica ad avere denunciato, in tempi non sospetti, pubblicamente il problema e di averlo fatto senza esasperare gli animi dei residenti, ma con toni civili e democratici.

Quando sono realmente provenienti da paesi in conflitto e sono vittime di persecuzioni religiose o politiche, i migranti sono giustamente considerati delle vittime e vanno accolti e tutelati con lo “status” di rifugiato. Gli immigrati quindi non possono e non devono essere colpevolizzati di nulla, a differenza di chi ha capito che sono una risorsa per far soldi. FDI-AN, ha sempre tenuto bassi i toni e proposto di realizzare un’accoglienza di migranti, limitata nel numero e senza creare alcun disagio e preoccupazioni di sorta ai residenti. Le popolazioni locali devono comunque essere tutelate nei diritti di cittadini prima di qualsiasi “ospite” straniero. Pertanto Piazza Armerina non può trasformarsi in una Città “permanente” dell’accoglienza, così come nessun altro centro della provincia di Enna.

I consigli comunali dovrebbero deliberare precise linee d’indirizzo su questo delicato argomento che, se non trattato urgentemente, rischia di esplodere con forme di protesta che non devono assolutamente degenerare per non prestare il fianco ai soliti “untori del razzismo di giornata”. Nei prossimi giorni invieremo al Prefetto di Enna un’ulteriore nota di protesta e chiederemo un incontro con il Presidente della Commissione comunale politiche sociali di Piazza Armerina.

Fabrizio Tudisco

                                                                                   Portavoce prov. FDI-AN


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