Il Natale secondo Agostino

Un calendario con bellissime fotografie scattate dalla reflex di Mario Noto chiude l’anno trascorso e apre all’anno nuovo con un messaggio forte che parte, per tutti, dall’Ostello del Borgo.

Calendario

 

Due pagine bianche chiudono il bellissimo calendario “Brother & Sister 2015” prodotto dall’Associazione Don Bosco 2000. Una bella idea e un’iniziativa che fa a pezzi le polemiche di questi giorni, sorte intorno alla copiosa assistenza che nelle strutture ricettive di Piazza Armerina è stata garantita all’emergenza immigrazione. Una testimonianza silenziosa di quanti valori immateriali si creino, nell’attesa di un esito all’esperienza umana di mille e mille rifugiati, approdati, forse per caso e forse no, in una città che ha perso la bussola e la prospettiva del suo futuro, ma che diventa punto di arrivo e di ripartenza per il futuro di tanti uomini, donne e bambini ai quali la vita ha riservato il tragico destino dell’esilio e della fuga da contesti di persecuzione, di guerra, di estrema, irrimediabile povertà.

Silenziosa ma eloquente; debolissima ma piena di forza e di energia. Una comunicazione straordinaria che, per il giornalista Agostino Sella, rappresenta un ennesimo scoop. Per il fotografo Mario Noto, è la documentazione di una crescita imponente e l’affermazione di una maturità artistica meritevole di ampio riconoscimento. Per i cento ragazzi dell’Associazione Don Bosco 2000, una testimonianza del loro impegno e della loro crescita.

Mi ha portato il bellissimo calendario, Mario Noto, fotografo d’arte, ancora abbastanza ignoto per le sue eccezionali capacità, ma che ha davanti a sé un importante futuro. Lo ha fatto, il giorno della Vigilia, con l’orgoglio di chi mostra la sua creatura artistica ed ha consapevolezza della “Bellezza” donata.

Ho scorso le pagine del calendario con crescente commozione. Nel mio cuore è sceso il Natale.

Mi ha aiutato a capire come intorno a quei volti, in quelle mani nel gesto della preghiera, ci sia tutta l’umanità possibile e il dono della vita. Ci sia la sofferenza della lontananza e la nostalgia per la propria terra abbandonata alla guerra. Ci sia la paura per i propri cari e l’attesa per un futuro incerto. C’è, negli occhi di quei bambini, il pericolo trascorso e il calore dell’accoglienza. In ciascuno di loro c’è Gesù bambino, che noi, piccini, mettevamo il giorno di Natale nella mangiatoia. I loro lettini all’Ostello del Borgo sono la mangiatoia moderna che il Sistema di Accoglienza ha offerto a questo nuovo presepe della fuga dalla Nigeria, dal Ghana, dalle tragiche contrade del Gambia e del Ciad, dalla guerra della Palestina e della Somalia… E siamo noi, oggi, i Re Magi, che vogliono prendersi cura di quel bambino nato in esilio. Ecco lo scoop di Agostino. Testimonianza forte della gioia dell’accoglienza. E grazie a Mario Noto e all’obbiettivo della sua reflex, adesso tutti possiamo essere più consapevoli e pieni di speranza.

In questo Natale di Papa Francesco, si muovono comitati di protesta, improbabili mobilitazioni, esasperazione della verità. Bugie e paura: bugie che nascono dalla paura e paura che nasce dalle bugie. Ma adesso, in questa città senza guida, la verità stenta a passare. Ecco qual è lo scoop di Agostino, di Mario e dei cento ragazzi di Don Bosco. Le fotografie sui giorni che devono ancora trascorrere, sono la prova certa della generosità, della dolcezza, dell’umanità che ancora possono trovare nel nostro cuore l’albergo che abbiamo assicurato a questi uomini, di tanti colori, di tante culture, di tante religioni, ma uomini: ragazzi, donne e bambini, esattamente uguali ai nostri ragazzi, alle nostre donne e ai nostri bambini.

Nessuno dica che qualcuno di loro tolga il lavoro ai nostri. Non è così. Tutti loro stanno donando il lavoro e sono semmai occasione di lavoro per i nostri. Con la loro infinita povertà, stanno portando una piccola ricchezza alla comunità. Una ricchezza di comprensione, di cultura, di solidarietà.

Amiamo nei loro volti il piccolo bambino che è nato stanotte.

Scriviamo insieme qualcosa in quelle due pagine bianche che chiudono il calendario, nell’anno che viene, e non siano parole di chiusura, di perfidia, perfino d’invidia.

 Riscattiamo questa città come città dell’accoglienza e dell’amore. Ne abbiamo davvero tanto bisogno.

Maurizio Prestifilippo

Calendario 001


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