Senza Museo Piazza è una Città senz’anima.
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«Piazza è una Città privata della sua anima». Sono parole di Totò Trumino, che da anni va ripetendo in tutte le salse che Piazza Armerina, famosa in tutto il mondo per la sua Villa Romana, di epoca tardo-antica, senza museo, è una Città “senza anima”, una Città senza cuore.
La battaglia, intrapresa da Totò è diventata una missione: l’apertura del museo, secondo lui, tornerebbe a far batter il cuore di una nobile città oggi decaduta.
L’estate volge al termine, l’autunno è alle porte e a tenere banco è la triste vicenda dell’apertura del museo all’interno del meraviglioso Palazzo Trigona, che dalla cima del colle Mira attende ancora la sua sorte.
Il countdown messo in moto da Totò Trumino, nella sua pagina pubblica di Facebook, dedicata al Museo Trigona, da più di tre mesi con i suoi post di denuncia, sta utilizzando sapientemente l’arte allegorica. Un intenso dibattito sulle ragioni che impediscono a questa città di vedersi dotata del suo museo. Totò ha ingaggiato una battaglia per realizzare questo sogno che i piazzesi coltivano nel loro cuore da più di mezzo secolo.
E il comitato pro-museo, sulle pagine del social è seguito ogni giorno da migliaia di utenti.
«Non è concepibile che Piazza Armerina non abbia un museo. Una Città che vede attorno al Palazzo Trigona un’area di forte interesse storico e culturale che potremmo definire l’Acropoli piazzese: la Basilica Cattedrale, il Museo Diocesano, Palazzo Trigona, la Pinacoteca, l’Antiquarium comunale e la Mostra permanente del libro antico, ospitati dal bellissimo Convento dei Gesuiti, le chiese, i palazzi barocchi, il Castello Aragonese». Queste sono solo alcune delle straordinarie bellezze che la Città è in grado di offrire ai suoi visitatori. In mancanza di un progetto che le colleghi e le renda disponibili nell’offerta turistica il nostro centro storico è privo di un cuore pulsante: «Manca il museo – aggiunge Totò Trumino – e mancando il museo manca il cuore pulsante della Città e tutto il resto rimane chiuso».
E continua: «Un museo dovrebbe esporre il meglio, sul piano storico, culturale ed archeologico, della lunga e importante storia di questa Città. Fra l’altro servirebbe anche a noi cittadini per definire la nostra identità. Darebbe nuova linfa, un nuovo slancio, alla cultura, all’economia e all’occupazione, in una terra che vive la tragedia del problema lavoro per i nostri figli. Bisogna continuare a lottare affinché questo sogno possa diventare realtà. Poi ragioneremo, confortati da serie analisi di esperti del settore, su come diversificare il contenuto museale in relazione alle esigenze del nuovo turismo. Non è vero che i turisti non sono interessati ai musei. Dove ci sono grandi attrattori (come è per noi la Villa Romana del Casale) il museo diventa un completamento della visita e con il biglietto unico i visitatori arrivano».
Totò Trumino
Totò Trumino, definito dal Sindaco Cammarata, cittadino incompetente, ha spiritosamente preso per sé questo pseudonimo e sta svelando, senza alcuna paura, gli anni di acquiescenza e gli errori fatali della classe politica cittadina. E’ emersa anche l’apatia e l’inefficienza della burocrazia regionale: «Sono cambiati molti direttori – dice Totò Trumino – ma gli assetti burocratici di Parco Archeologico e di Polo Museale hanno avuto sempre una sola costante: l’insipienza. Nessuno dei dirigenti del Servizio ha avuto in questi anni un benché minimo progetto, una visione chiara del futuro su cui puntare. Hanno gestito solo la quotidianità, peraltro assai male».
Poca tutela e nessuna valorizzazione, dunque: è questa l’accusa pressante rivolta ai burocrati, ai quali è stato affidato uno dei patrimoni maggiori dell’archeologia siciliana e che non riescono a creare attorno allo straordinario tesoro della Villa Romana del Casale un pieno sistema culturale, che risponda alle esigenze dei molti Viaggiatori che arrivano alla scoperta del nostro territorio. Gestito al minimo delle sue possibilità il poderoso contesto archeologico del Centro dell’Isola, nega le sue potenziali risorse anche alla Città e ai suoi giovani, costretti dalla mancanza di lavoro ad emigrare. Una battaglia, quella di Totò Trumino, che ci sembra giusta e che è condivisa da migliaia di utenti, ma che infastidisce, e non poco, gli uomini del potere, incapaci come sono di articolare la loro azione con la società civile per raggiungere insieme traguardi lusinghieri.
Guglielmo Bongiovanni