Il contanumeri e Piazza Garibaldi

Il contanumeri ha fatto il suo dovere!

Anzi, no!

Stiamo per entrare in zona rossa cittadina e lui, il contanumeri, avrebbe fatto il suo dovere?

Forse no!

Perché mentre è sotto gli occhi di tutti che la Città si sia disinvoltamente liberata dall’obbligo di non stare assembrati, di portare la mascherina, di non scambiarsi strette di mano, abbracci, baci, saluti molto espansivi, lui pensa al progetto modernista di Piazza Garibaldi; dopo anni di abbandono manda le ruspe al Giardino Garibaldi; pensa alle stradelle extraurbane; non si fa mancare qualche impegno più frivolo a fianco del cuoco premiato e dell’ultracentenaria, in uno spolvero d’immagine che non ci saremmo mai aspettati!

E per carità, che finalmente si sia svegliato non dispiacerebbe a nessuno.

Dispiace invece che si sia addormentato completamente proprio sui temi della salute pubblica della città, sin dal primo giorno di pandemia.

Ricordo male?

Quando fu diramato nei confronti dei medici del Chiello lo scandaloso ordine di prestare servizio nei reparti Covid dell’Umberto I di Enna, la sua reazione fu morbida, comprensiva nei confronti della direzione sanitaria dell’Asp, guardava con amore all’assessore Razza.

O è forse intervenuto durante la pianificazione dei centri vaccinali, mentre la direzione sanitaria si mostrava incurante di evitare quanto più possibile la confluenza dei vaccinandi di comuni diversi in spazi piccoli e per tempi prolungati?

Il nostro contanumeri non si è accorto che il tracciamento è stato inesistente, in Sicilia, in provincia di Enna e soprattutto nella sua città: a Piazza Armerina.

Ha lungamente dormito sul comportamento dei giovani (lo hanno constatato tutti) i quali passeggiano tranquilli per le strade, a gruppo, spesso abbracciati e senza mascherina.

Perfino i calciatori di successo non ci siamo fatti mancare alla villetta.

Le bottiglie di birra, vuote, abbandonate sui marciapiedi della ex movida piazzese, sono ogni giorno la testimonianza di quanto stia accadendo. Senza consapevolezza, senza contrasto, nemmeno tentativo di persuasione. Niente!

Non ha visto, il nostro sindaco, (e deve essere miope) che alle Poste, in Ospedale e dentro i corridoi dello stesso Comune che amministra, ogni santo giorno, decine di persone stanno accalcate, senza nessuno che intervenga, disciplini, organizzi?

Non ha fornito nessuna assistenza ai familiari dei contagiati. Ha accettato i morti come un prezzo da pagare. Si è disinteressato di chi ha perduto il lavoro, di chi non ha più un soldo per fare la spesa, di tanti cittadini che hanno dovuto posporre le cure per malattie, a volte gravissime, che hanno trovato chiusi i reparti o che hanno avuto rinviate, anche di mesi, le visite di controllo.

L’elenco potrebbe continuare, ma tanto non serve a niente.

 “Ho osservato questo popolo: ecco, è un popolo dalla dura cervìce. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li divori”.

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Bene! Dopo questa doverosa premessa, occupiamoci anche noi di cose più frivole.

Il consigliere comunale, Mauro di Carlo, ha messo in evidenza le numerose anomalie amministrative della squinternata pratica amministrativa, denominata “Riqualificazione di Piazza Garibaldi”. Una quantità di refusi, imprecisioni, torsioni della legge, omissioni involontarie, riferimenti a bilanci inesistenti, deficit della programmazione: insomma di tutto e di più.

L’ingegnere capo Mario Duminuco, secondo il sindaco Cammarata, avrebbe risposto punto per punto alle osservazioni del consigliere Di Carlo.

Stupore!

Ma il sindaco, lo ha sentito l’ingegnere Duminuco, balbettare e ammettere? Sì, si tratta di un refuso. No, si riferisce al bilancio dell’anno precedente. Beh, forse si può usare il Piano triennale delle opere pubbliche del triennio precedente. Sì, non è il punto 63 ma il punto 73. Ah, non c’è la piazza Garibaldi, ma c’era prima…

L’assessore Cancaré e l’Ingegnere Capo Mario Duminuco

Incredibile! Salvo la prima relazione semestrale dell’ex sindaco Miroddi, copiata da un paese di mare, questo intervento è tra i peggiori che si siano mai sentiti nell’aula del Palazzo di Città.

Denota approssimazione amministrativa, distrazione, confusione, e soprattutto appiattimento della autonomia del dirigente. Nessuna continuità amministrativa e soprattutto rischio elevato di creare danno erariale.

E sarebbe un trionfo?

A noi sembra, più che altro, uno sconquasso!

Ma tanto, qualche sprovveduto consigliere e cosa peggiore, alcuni assessori, ci hanno fatto sapere che i lavori si faranno comunque. Contro tutti, contro il Consiglio comunale, se possibile contra legem, perché non si possono perdere i soldi.

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A proposito, il poco più che giovane Benito Rausa, blogger di Mosaikos, ha pubblicato un capolovoro di idiozia in poche righe:

«Se Piazza Armerina fosse protagonista del celebre gioco da tavolo conosciuto come “Monopoli” (ma grazie a qualcuno Piazza è davvero protagonista del gioco) la carta della piazza Garibaldi – che nel gioco ne attesta la proprietà- spetterebbe a Maurizio Prestifilippo. Cioè di tutta l’immensa (ed inutile aggiungo) polemica sulla faccenda della riqualificazione della piazza Garibaldi mi è parso di capire che la piazza sia diventata sua, boh! Buon per lui, chissà se al prossimo lancio di dadi potrà costruirci un hotel. Detto ciò, se perdiamo anche questo finanziamento rischiamo di diventare una continua barzelletta, quanti altri finanziamenti vogliamo perdere? Ma si, ce ne sono tanti.

P.S. sì, la polemica è inutile perché da dibattito democratico si è trasformata subito in sterile caciara che francamente ha rotto gli zebedei».

Caro Benito, ci hai azzeccato! I nostri amministratori, che tu chissà perché ammiri, hanno capito che il loro compito è giocare a Monopoli. Un bel gioco, certo, solo che a Monopoli non ci sono i cittadini, e quindi tutto si sviluppa tra una sorta di gioco dell’Oca e qualche mossa azzardata, tipica del mondo della finanza. Non solo, ma se qualcosa va male si butta all’aria il gioco e non succede niente.

Nella vita reale, invece, le scelte degli amministratori incidono sui cittadini. Colpiscono i loro interessi, influenzano il loro lavoro, cambiano le loro abitudini, valorizzano o cancellano la loro cultura di popolo.

Forse non lo sai, ma per non perdere la possibilità di fare il mercato settimanale in piazza Falcone e Borsellino, Piazza Armerina ha rimandato indietro due milioni di euro, si è sobbarcata un onere di diverse centinaia di migliaia di euro, ha rinunciato ad un’opera pubblica importante, destinata a restituire spazio alla Città, mantenendo lo stesso numero di posti auto.

Noi non lo abbiamo condiviso, ma è successo.

Quindi la priorità non è spendere “male” i soldi pubblici. Perché, spenderli tanto per spenderli, può colpire la sensibilità di una comunità.

E allora? Bisogna costruire il consenso alle grandi riforme. Non c’è altro sistema. Tutto il resto è fascismo.

P.S.: Non sarei un buon albergatore: ho già sulle spalle trentacinque anni di professione. Meglio un buon farmacista che un cattivo albergatore.

Maurizio Prestifilippo


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