Pur non condividendo alcuni punti di quanto sostenuto del sottostante documento, riceviamo dal vicepresidente del Comitato civico Santa Croce, Vincenzo Pafumi, il testo del suo intervento, depositato agli atti del Consiglio comunale e per dovere di cronaca, lo pubblichiamo integralmente.
Alla luce di quello che è successo in queste ultime settimane, ed esattamente della protesta che ha intrapreso il Quartiere Santa Croce, insieme agli altri quartieri di Piazza Armerina, per evitare che la grossa struttura in contrada Santa Croce venga avviata e quindi insediata da quasi cento profughi di prima accoglienza, tutti uomini, si è arrivati alla conclusione che le autorità e le istituzioni quali Prefetto, sindaco e amministrazione comunale, vogliano sminuire la questione e addirittura sostenere che sia normale e giusto inserire cento uomini di provenienza e di passato sconosciuto, a diretto contatto con cinquanta famiglie, in una zona della cittadina che per la totalità della persone viene considerata la Manhattan di Piazza Armerina.
Queste osservazioni nascono in quanto il sindaco, davanti al Prefetto, paragonava la vecchia immigrazione Italiana del secolo scorso verso gli Stati Uniti e la Germania a questa degli ultimi anni. Vorrei ricordare al Sindaco che non venivano dati alloggi agli immigrati italiani, ma vivevano in baracche, sotto i ponti e bisognava lavorare duro per garantirsi un pasto.
Voglio specificare la differenza tra profughi con asilo politico e profughi di prima accoglienza. I primi sono persone già documentate e identificate, prevalentemente gruppi di famiglie che come dice la stessa parola, con asilo politico, hanno bisogno di integrarsi, i secondi, cioè profughi di prima accoglienza, sono persone di cui si sconosce tutto, provenienza, passato etc..
Lo scorso 5 Gennaio abbiamo avuto un incontro con il Prefetto di Enna, insieme all’Onorevole Lantieri, la quale si è subito mostrata a favore della causa per cui noi ci stiamo battendo, e il Sindaco (un Sindaco direi molto deludente) si è mostrato non favorevole alla lotta, appoggiando e sostenendo le teorie del Prefetto.
Durante l’incontro ognuno dei membri della delegazione esponeva tutte le problematiche e i malesseri che stanno crescendo all’interno della comunità Armerina, informando il Prefetto anche delle intercettazioni telefoniche di Mafia Capitale con imprenditori Armerini e anche del fatto che nell’ultimo bando per l’assegnazione dei clandestini, alcuni imprenditori possono avere assunto comportamenti non conformi alla legge per l’assegnazione degli stessi, e del fatto anche che a causa dell’ingente quantità di denaro che gira per dare accoglienza, vi è il serio pericolo che Piazza Armerina possa diventare un covo del malaffare.
Il Prefetto di Enna Fernando Guida
Il Prefetto, fermo nelle sue decisioni, sostiene che per forza di cose ormai bisogna seguire un protocollo, inventandosi statistiche, promettendo sicurezze impossibili da garantire e sviando fatti di rivolte accadute in centri di accoglienza come Roma, Mineo e, senza andare lontano nel tempo, due giorni fa in via Niscemi a Caltanissetta; rivolte che si ripetono costantemente nel tempo, bloccando le strade con conseguente paura e malessere di tutta le famiglie.
Il Prefetto sostiene, sempre, di autorizzare questa grossa struttura con questo alto numero di uomini che la dovrebbero abitare, disinteressandosi di tutte le conseguenze che questo inserimento possa portare nella qualità della vita sociale delle famiglie che vi abitano, delle attività commerciali, che vedono messo a rischio il proprio futuro e sottovalutando anche il problema della scuola nelle vicinanze, frequentata soprattutto da ragazze di età compresa tra i quattordici e i diciannove anni, che giornalmente si incamminano su quella strada per raggiungerla.
Da tutto questo malessere si deduce l’inefficienza e incompetenza per il totale menefreghismo di tutta l’amministrazione comunale, sindaco, vice sindaco e assessori, per non essersi opposti alle decisioni del Prefetto essendo già Piazza Armerina cittadina che ospita sia profughi con asilo politico che di prima accoglienza, per lo sforzo che già il paese sostiene, dal momento che siamo l’unico comune con 20.000 abitanti che ospita cinquanta rifugiati politici, che in proporzione al totale di trentaduemila presenze nel territorio nazionale e alla popolazione Italiana di circa sessanta milioni di cittadini, ne dovremmo avere solamente uno. Nel caso qualcuno non lo sapesse e mi rivolgo ai cittadini, il costo da sostenere per Piazza Armerina è di trecentomila euro spalmati in tre anni e cioè centomila euro l’anno, tutto questo per favorire qualche imprenditore, non curandosi dello sforzo economico che i cittadini debbono sostenere.
Filippo Miroddi
Vogliamo che il Sindaco, Vice Sindaco e tutta l’amministrazione comunale intervengano in maniera drastica contro la decisione del Prefetto e si schierino accanto ai cittadini facendo, se sia necessario, manifestazioni al fine di evitare che questo progetto vada in porto, impedendo al Prefetto di autorizzare strutture così grandi in qualsiasi parte della cittadina, che con certezza, in base a fatti accaduti, prima descritti, comprometterebbero la qualità della vita che per diritto nessuno può mettere in discussione.